Traumi Muscolari: Protocollo PEACE & LOVE

In cosa consistono i Traumi Muscolari?
I Traumi muscolari sono infortuni molto frequenti, non solo per gli atleti, si verificano per le cause più diverse e possono colpire qualsiasi tipo di persona, a prescindere da età, sesso, peso corporeo, abitudini e stile di vita.
Che si tratti di contratture, stiramenti o strappi, comunque si parla di lesioni muscolari, che per definizione possono colpire qualunque muscolo del nostro corpo, andando di fatto a creare un danno alla struttura della fibra muscolare che sarà oggetto di indagine.
Esse possono coinvolgere da poche fibre muscolari a molte fino all’interruzione totale del muscolo.
L’esame più utilizzato per la diagnosi è certamente l’ecografia in grado di fornire immediatamente un quadro completo dello stato muscolare.
Nel caso in cui non fosse sufficiente l’ecografia, il medico potrà prescrivere una Risonanza magnetica, in grado di studiare più a fondo il muscolo, e avere delle immagine più oggettive.
Cosa fare in caso di trauma muscolare?
Hai appena subito un trauma muscolare e non sai cosa devi fare?
Ti stai chiedendo se puoi muoverti o devi stare a riposo?
Se sia meglio applicare il caldo o il freddo?
Nel corso degli anni si sono susseguiti tutta una serie di acronimi che rappresentavano protocolli di intervento per questo problema, poi nel 2019 Blaise Dubois e Jean-Francois Esculier per la prima volta hanno introdotto l’acronimo PEACE & LOVE che prevede la gestione immediata della lesione e conseguente riabilitazione.
Vediamo come!
Nei primi 3 giorni il tessuto lesionato ha bisogno di PEACE:
P- PROTEZIONE (PROTECTION): dobbiamo subito proteggere il tessuto per non aggravare il danno e dobbiamo evitare tutti quei movimenti e quelle attività che potrebbero aumentare il dolore.
E- ELEVAZIONE (ELEVATION): in questa fase bisogna portare la struttura lesa più in alto rispetto al cuore per favorire il ritorno venoso e ridurre il gonfiore.
A- EVITARE ANTIINFIAMMATORI (AVOID ANTI-INFLAMMATORIES): vanno sicuramente evitati gli anti-infiammatori e il ghiaccio. L’infiammazione è il primo passo verso la guarigione di un tessuto. In questa fase non bisogna ostacolarla.
C- COMPRESSIONE (COMPRESSION): la compressione dell’area lesionata con un bendaggio riduce il sanguinamento e quindi il versamento.
E- EDUCAZIONE (EDUCATION): il fisioterapista deve educare il paziente sui benefici del recupero personalizzato e attivo. Evitare inutili trattamenti passivi e indagini strumentali non necessarie.
Dopo la prima fase il tessuto lesionato ha bisogno di LOVE:
L- CARICO (LOAD): appena la regressione del dolore e della sintomatologia lo permette iniziare a caricare gradualmente il tessuto o la struttura lesionata tramite esercizi attivi.
O- OTTIMISMO (OPTIMISM): la paura e il catastrofismo possono essere degli ostacoli verso il recupero completo della lesione, quindi un pensiero positivo e la consapevolezza della gravità della lesione ti aiuteranno nel processo di riabilitazione.
V- VASCOLARIZZAZIONE (VASCULARISATION): praticare attività aerobica in assenza di dolore migliora il flusso sanguigno riducendo i tempi di recupero.
E- ESERCIZIO (EXERCISE): l’esercizio attivo è fondamentale per il recupero della mobilità, forza, propriocezione e per cercare di evitare un’eventuale recidiva. Gli esercizi devono essere specifici per il paziente, in base allo sport e al meccanismo di lesione.
Riassumendo
In una prima fase bisogna proteggere la struttura lesionata, cercando di evitare le attività che aumentano il dolore.
Il consiglio è di evitare l’uso degli anti-infiammatori, ancora largamente usati nella pratica clinica.
In una seconda fase (dopo circa 3 giorni dal trauma) si pone l’accento sul carico precoce e sulla progressione dell’esercizio a discapito di trattamenti passivi e del riposo completo.