Secondo la definizione dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) la riabilitazione è un insieme di misure/strumenti che assistono gli individui che hanno esperienza o hanno probabilità di avere esperienza di disabilità, per raggiungere e mantenere il funzionamento ottimale e l’interazione con il loro ambiente.
L’obiettivo di una buona riabilitazione è quindi quello di individuare la disabilità della persona e riuscire a risolverla tramite un programma riabilitativo personalizzato.
Il sistema attualmente in uso da parte dell’OMS per la valutazione della salute e della disabilità è quello dell’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health), che è suddiviso in 2 parti:
- I fattori riguardanti la funzionalità e la disabilità, quindi le funzionalità e le strutture corporee e il livello di attività e partecipazione della persona.
- I fattori contestuali, che racchiudono al loro interno i fattori ambientali e personali.
I pilastri che quindi stanno alla base della condizione di salute e che sono in stretta correlazione tra di loro sono 3: la menomazione, la disabilità e la partecipazione.
Tutti questi fattori sono quelli che, se analizzati e valutati correttamente, garantiscono che la riabilitazione venga fatta in maniera personalizzata in un’ottica biopsicosociale, che rappresenta un punto di unione tra i modelli che erano stati utilizzati fino ad oggi:
- Modello biologico: è il substrato anatomico, strutturale, molecolare della malattia.
- Modello psicologico: fattori psicodinamici, motivazioni, personalità sull’esperienza di malattia e le reazioni agli stress da essa prodotti.
- Modello sociale: aspetti familiari e socioculturali che incidono sulla malattia.